Un video del content creator @annatituude su TikTok sta suscitando molto interesse. Presenta la testimonianza di Aoï, una giovane donna franco-giapponese, che racconta un'esperienza straziante al suo arrivo in Giappone. Arrivata per lavorare come parrucchiera, ha subito subito trattamenti discriminatori e offensivi.
Un'accoglienza fredda e commenti discriminatori
Quando Aoï ha incontrato la persona che si occupava delle sue procedure amministrative, questa le ha chiesto freddamente: "Cosa ti porta in Giappone?" , racconta alla content creator @annatituude. Un tono altezzoso, secondo Aoï, l'ha fatta sentire illegittima in un Paese in cui, essendo di origini francesi e giapponesi, pensava di integrarsi naturalmente. La giovane racconta anche che questa persona si è rifiutata di usare il suo nome giapponese, Aoï, preferendo chiamarla con il suo secondo nome, Alice, che considerava "più facile" da pronunciare. "Era razzista nei miei confronti", dichiara Aoï alla telecamera.
@annatituude Se non hai ancora cliccato sull'episodio, sappi che è disponibile sul mio canale YouTube 🤭 Link nella biografia! @aoiwat grazie ancora, tesoro mio, per essere venuta ❤️ Montaggio: @jade.roussi ♬ Suono originale - Annatituude
Reazioni massicce e testimonianze simili
Sotto il video, gli utenti di Internet hanno reagito. Tra i commenti, alcuni hanno offerto il loro sostegno e condiviso esperienze simili. "Noi, il 50%, siamo ancora giapponesi", ha scritto un utente. Un altro ha commentato: "È lo stesso che succede con le persone di razza mista in Francia". La testimonianza di Aoï ha quindi avuto risonanza oltre i confini e ha evidenziato la difficoltà di appartenere a due culture in società in cui la differenza è a volte ancora poco accettata.
Tra indignazione e solidarietà, questo episodio riaccende il dibattito sulla percezione delle persone con doppia nazionalità nelle "società omogenee" e su come l'identità possa essere negata o riscritta attraverso gesti o parole apparentemente innocui. Per molti, questa storia illustra una realtà ancora tabù: quella del razzismo quotidiano, che continua a colpire persone che non rientrano nelle categorie consolidate, ovunque si trovino.
